Mademoiselle De Sade
Era una notte buia e tempestosa... fuori faceva freddo e fioccava abbondantemente. Sorpresa dalla tormenta fu costretta a fermarsi a Bedonia. Certa di trovare una sistemazione temporanea ricorse all’appoggio di un paio di fidati amici.
Quando mademoiselle Madeleine Laure De Sade entrò in casa aveva il cappotto inzuppato come un marzapane, le guance come due rubini e la falda del Borsalino innevata. Si tolse un guanto per salutare, la mano era ormai un pezzo di ghiaccio, anche il braccio tremava. Poco dopo arrivò il suo Cadetto di Guascogna, guardandomi mi confermò quello stato imprevisto: “perdonaci ma c’è proprio un tempo da lupi, non ci fermeremo molto, la durata di un saluto”.
Nemmeno un attimo dopo e il campanello suonò ancora. Arrivò un altro suo prode Cavaliere, in mano una torta di cioccolata e panna, morbida nell’aspetto, proprio come un cumulo di neve.
Fu mia cura farli accomodare accanto al caminetto, fortunatamente già vivace e gradevole. Non ci volle molto per scorgere nuovamente sui loro visi la ritrovata distensione.
Dopo i convenevoli saluti ci accomodammo al tavolo, rifocillarsi era ormai un’esigenza non più procrastinabile. Mademoiselle De Sade prese posto alla sedia capo tavola, alle sue spalle un settecentesco quadro, raffigurava San Giorgio nell’atto di trafiggere il drago, in quel contesto appariva ancor più protetta e serena.
L’ora era tarda e solo le pizze di monsieur Speedy potevano venirci in soccorso, un Franciacorta millesimato fece poi il resto. Così, tra uno spicchio e un sorso, fu inevitabile ripercorre le narrazioni lasciate sul forum dalla nostra Mademoiselle. Citammo i diversi passaggi letterari, esprimendo ammirazione per tutte le persone intervenute, per poi rivolgere le nostre riflessioni ad un’altra mademoiselle, la Dama con l’Ermellino, una sorta di Madame X, visti gli interrogativi che aleggiavano tra i commensali. Il tempo passava, lento ma passava, il fuoco avevo perso il suo vigore, mentre fuori la neve continuava a scendere copiosa. Era ormai tardi.
A malincuore, così come era apparsa, la nostra Mademoiselle se ne andò. Ci licenziammo da lei, ma prima di chiudere la porta dietro di sé volle congedarsi a suo modo: “Messieurs, grazie! Siete gente d’altri tempi, mi fate sovvenire una frase di Francis Bacon: la lettura rende gli uomini completi, la conversazione li rende agili e la scrittura li rende esatti... Au revoir.”.
Caro Patron,
se ti eri prefisso di sconvolgere, annichilire e folgorare i tuoi abituali interlocutori hai senz'altro raggiunto i tuoi più speranzosi propositi.
Con la tua fervida immaginazione e la tua strabiliante magia l'hai fatta risorgere glorificandola nel tuo nobile blog.
Hai abiurato la tua sorniona funzione arbitrale per somministrarci questo stupefacente racconto fiabesco d'altri tempi che vede come protagonista l'eccelsa Mademoiselle Laure De Sade. Colei che, nel gemellato sito forumvaltaro, ci aveva profuso il suo dotto sapere arricchito da seducenti suggestioni erotiche.
Evidentemente il fascino sconcertante di questa eterea fanciulla aveva avviluppato ed infranto anche il tuo cuore. Dall'angolo del tuo osservatorio tu mostravi apparente noncuranza e compassato distacco ma in realtà gli strali di Cupido avevano già trafitto anche il tuo petto.
Nell'immaginario onirico della narrazione ti sei ritagliato il ruolo del munifico castellano ospitante. L'ambientazione in una serata turbinosa e nevosa fa percepire che l'incontro fosse al contempo caloroso ed elettrizzante. Lo scoppiettio del camino, gli arredi, il dipinto protettivo di S.Giorgio e le bollicine esuberanti del franciacorta incorniciano degnamente questo rendez vous che sembra tratteggiato da una mano fatata.
Ma tu da consumato regista hai posto ai lati di questa beltade un valoroso cadetto ed un prode cavaliere.
Chi sarebbero costoro ???
Penso che anche i santi (con tutto rispetto) avranno capito che ti riferissi al tuonante Ruggero ed allo stranito scrivente Remo P..
D'altronde va rimarcato che noi due siamo stati i suoi più assidui ed appassionati interlocutori.
Mi auguro che il "Claudio De Agacis Principe Del Casato di Marzocco" non si faccia sopraffare dalla gelosia ed abbia la compiacenza di comprendere. Aggiungeremo volentieri un posto a tavola. Gli spetta.
Caro Gigi, mi sono perso a rincorrere ed a disquisire di sogni e fantasie; qualcuno dice che fa bene allo spirito e gli voglio pure credere.
Ma siccome mi è rimasta una particella di crudo pragmatismo vedi, dall'alto delle tue istrioniche capacità, di tramutare questa bramante illusione in realtà.
Un caro saluto a tutti ed un casto bacetto (sulla fronte) alla Laure De Sade.
Remo Ponzini.
Cari ragazzi ormai si è capito bene l'arcano ovvero la De Sade altri non è che uno scritto che parte dall'abile mano di tutti e tre: Remo, Gigi e Ruggero!
Questo servizio puzza di imbroglio per continuare a farla credere reale!
Caro Sherlock Holmes,
il trio Gigi, Ruggero, Remo ci ha scherzato, giocato e fantasticato a iosa.
Si sono dilettati a costruire, con una enfasi gioiosa, un personaggio che, pur prendendo spunto da una figura corporea (m.lle De Sade), apparisse parimenti idealistico, intrigante, desiderabile ed anche un po' surreale.
Che la mademoiselle De Sade fosse una illuminata protagonista è indubbio. Il suo stile inimitabile la rendeva immune da scopiazzamenti di ogni sorta; nessuno sarebbe riuscito a comporre e smerciare, come farina del proprio sacco, quello che Lei aveva saputo sapientemente esternarci. E' stata abilissima a crearsi quell'alone di mistero che le consentì, come a suo tempo aveva evidenziato Patrizia su forumvaltaro, di essere fascinosa, suggestiva e molto ammaliante.
E seppe, altresì, con sapienti intuizioni psicologiche, arricchire il suo charme con argute allusioni infarcite di voluttà ed esoterismo.
La partecipazione collettiva a quel blog fu molto elevata e non mancò di sollevare discussioni, contrapposizioni maligne, accuse di compiacenza e quant'altro.
Confesso che rimasi intrappolato dalle sue forbite performance letterarie e, per rendere più malizioso il dialogo, attizzai con artificio l'amico Ruggero che ne divenne il co-protagonista.
Devo anche dire che questo ragazzo, che io ero solito "gratificare" con appellativi tipo ruggente, impetuoso, vulcanico ecc., in realtà stava vivendo una profonda crisi sentimentale che l'aveva condotto ad una impropria ed autolesiva forma di solitudine. Io come suo mentore (ex padre putativo) potevo solo tentare di distrarlo e così feci.
Caro Sherlock Holmes come vedi non c'è nulla di inventato. Abbiamo senz'altro disquisito su argomentazioni che ti saranno parse futili ma alcuni ne hanno saputo cogliere anche gli aspetti ironici, divertenti e partecipativi.
E poi va sempre considerato che anche nel web disponiamo di un telecomando che si chiama " mouse "; ovviamente per quelli che non gradissero.
Un cordiale saluto a tutti.
Remo Ponzini.