Senza Roberto Ciotti "No more blue"

C'era una volta il più grande bluesman italiano
Se devo essere sincero, la notizia mi ha colto con un nodo alla gola. Ne sono davvero dispiaciuto perché la musica di Roberto Ciotti è stata la colonna sonora di una gran parte della mia vita, quella che non dimentichi, quella dei 20/30 anni, sì perché certa musica, in certe situazioni, è impossibile da scordare.

Chi mi frequenta o l’ha fatto in passato sa cosa intendo, con il suo blues, con quella chitarra, penso di aver contagiato diverse persone a me care. Ricordo quando lo ascoltai la prima volta, era il 1989, a casa di Zeffiro, durante la visione del film di Gabriele Salvatores "Marrakech Express", stessa sorte accadde l’anno successivo con "Turnè", due film e una musica “on the road” che non mi abbandonarono più.

Questa sua atmosfera musicale di "strada" la ricordo bene ed è anche rimasta scolpita sulla mia pelle… quando nel 1992 "decollavo" nel prato della Serra, in quella rovinosa notte della Festa in Pigiama, stavo proprio ascoltando il CD "No more Blues"... a dire il vero con un po’ troppo trasporto.

Ora ho un solo rimpianto, non essere mai riuscito ad ascoltarlo dal vivo, da oltre vent’anni era stato un mio grande desiderio e per tenerlo un po’ più sott’occhio eravamo persino diventati amici su Facebook, ma dalla sua città, Roma, si schiodava davvero poco… peccato!
Ieri sera sulla sua bacheca di FB gli ho lasciato un saluto: "La tua musica non morirà mai, anche adesso ti sto ascoltando".
Link: quel primo ascolto

LINK: No More Blue Live



6 Commenti
  1. Filippo c

    Se aspettavi ancora un pò a scrivere l' articolo di ieri avresti potuto titolarlo QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE ;)
    battute a parte mi dispiace per la morte del maestro e auguri di buon anno a tutti

  2. Micol

    Da qualche parte devo avere ancora quel compact con scritto 'ascoltalo'.
    Sono dispiaciuta. Buon anno GG

  3. Federico Minotti

    Uno dei pochi maestri e cultori del jazz e blues italiano, seguo la sua musica dal 1980 quando Bob Marley lo chiamo' ad aprire il concerto italiano al San Siro di Milano. Espressione diretta di due film di Salvatores e qui a Roma e' da sempre considerato un mostro sacro del blues ricordato come il chitarrista venuto dalla Garbatella e non dal Mississipi.

  4. PM

    Enrico Crivellaro, Matteo Sansonetto, Francesca De Fazi, Paolo Ganz, Max Lazzarin, Rudy Rotta, Fabio Treves, Pino Daniele e appunto Roberto Ciotti sono gli unici bluesman italiani meritevoli.
    Roberto Ciotti è stato un virtuoso, buon musicista e grande amante della musica afroamericana, ha collaborato con Chet Baker e diversi cantautori italiani. Molto rispettato dai colleghi musicisti. Seguitissimo in Europa, Africa, Asia e soprattutto in Brasile ma non riuscì però ha conquistare gli States, vera patria del Blues. Impresa riuscita ad un solo italiano Enrico Crivellaro. Di Ciotti ho 3 cd di fantastici live romani e 2 cassette stereo 7 che vorrei portare su cd ma non posseggo più il mangiacassette…
    Va sottolineato che per tutti questi musicisti italiani il genere è il British Blues (sviluppatosi tra i musicisti bianchi inglesi a metà degli anni sessanta) e non il Blues che riamane esclusiva dei neri americani.

  5. Il Geom.

    Come la maggior parte dei musicisti poco noti al pubblico “GRANDE, UNICO ed INIMITABILE”

  6. Valebd

    E pensare che giusto l'altro giorno ero alla Garbatella e ci pensavo.....

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