
Sono tornato in Questura. Era la terza volta. Fare il nuovo passaporto è diventata una vera e propria “Via Crucis”.
Me ne stavo seduto, insieme a molte altre persone, ognuno con il proprio biglietto di prenotazione in mano, e ognuno ad aspettare il proprio turno.
E così, anche stavolta, la solita furbetta di turno ha fatto la scaltra saltando la fila, ma lei aveva gli “occhi da triglia”, tacco 12 e la borsa di Louis Vitton… però c’è da dire che funziona, l’impiegato gli ha dedicato comunque il tempo necessario, senza che le richiedesse la prenotazione.
Così se ne sono andati altri venti minuti, ma con una gran voglia di fare “due chiacchiere” con la nostra bella signora.
Finalmente i numeri che stavano chiamando erano sempre più vicini al mio. Dalle due porte si sentivano i funzionari chiamare per numero i vari possessori:
61 verde…. 58 rosso… 62 verde… 59 rosso… e così via.
Ancora poco e sarà il mio turno. Metto la mano in tasca e tengo pronto il bigliettino, tra poco mi chiameranno… lo guardo e rileggo il numero: 65. Sì, ci siamo quasi.
Poi all’improvviso mi assale il solito dubbio da daltonico… ma il mio è verde o rosso?
Eh sì, non ho potuto che ricorrere al mio vicino: “Mi scusi, ma questo è il 65 rosso o il 65 verde?”.
Evito di descrivervi la faccia che ha fatto nel rispondermi!
Ma tutto è bene quel che finisce bene, il passaporto me l’hanno rilasciato e domani mattina posso finalmente partire… a presto miei cari.